domenica 30 giugno 2013

il nostro cervello è più complicato di un corpo celeste





La incontrai nell'estate 2009, e ne scrissi così:
Trovare una persona di 87 anni in scoppiettante salute, perfettamente lucida e allegra è una cosa che ha dell’incredibile. 
Venerdì pomeriggio ho visto Margherita HacK, è stata invitata in occasione dell’apertura di un festival. 
Nel cortile di una storica dimora, sotto l’ombra dei tigli ma con il calore ancora forte di un tardo pomeriggio di fine agosto, c’era parecchia gente ad aspettarla e poi ascoltarla: alcuni seduti, la maggior parte  in piedi,  tutti attenti e silenziosi .
Un paio di pantaloni leggeri blu, una polo a righe, i capelli sciolti sulle spalle, l’aspetto dimesso, la scienziata avrebbe potuto essere scambiata per una casalinga, una nonna papera, una malgara. 
Porta benissimo la sua età, ma chiaramente è una donna anziana.
Tranne che per un particolare, gli occhi: sono grigi, ma non quel grigio cenere, spento o catarrattico che si nota spesso nel visi senili, tutt’altro: i suoi occhi sono di un bel  grigio brillante, aperti al mondo, curiosi come quelli di un bambino, accesi  dalla luce dell’intelligenza .
Si approccia al pubblico con semplicità e schiettezza, parlando con la musicalità che solo l’accento toscano ha. 
 Mi piace come parla, anche se non ho mai capito niente di fisica e mai ci capirò. 

C’è sentimento, passione e umanità nel suo modo di comunicare.
Parla della nascita dell’ universo, di materia, protoni e scoperte scientifiche con naturalezza, come se stesse spiegando una ricetta di cucina. E’ solo  quando entra nel vivo della sua materia che ti accorgi che tra te e lei, tra lei e noi  ci sono anni luce di intelligenza, studio, preparazione, capacità.
Per fortuna, sapendo di non essere in un’aula universitaria o forse notando una certa qual opacità nei nostri occhietti,  ripete alcuni concetti varie volte: 
l’universo è nato dall’esplosione del big bang tredici miliardi e 700 milioni di anni fa; 
quando osserviamo i corpi celesti facciamo un viaggio indietro nel tempo, perché sono talmente lontani che ciò che noi vediamo è già passato da un pezzo; 
il sole è una stella piccola, relativamente giovane.
Il nostro cervello è la cosa più complessa che c’è in natura, molto più complessa dei corpi celesti. 


Se tutti gli scienziati fossero come questa donna, riporrei più speranza nella scienza, che invece a volte mi crea inquietudine.


questo scrissi 4 anni fa.
oggi aggiungo, per onestà, che pure lei riuscì in seguito  a suscitarmi inquietudine quando si espresse, pur con riserva,  a favore dell'energia nucleare.


15 commenti:

  1. Il massimo rispetto per un cervello universale e universalmente riconosciuto come il suo.
    Ricordo una sua risposta a chi le chiedeva ragione (!) del suo ateismo. Succinta come una schioppettata: "Finché sono in vita non c'è la morte; quando sarò morta non ci sarò più io."
    Chi vuol capire capisca.

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    1. non c'è molto da capire,
      e poi lo diceva già un filosofo dell'antichità, di cui non ricordo il nome ma il succo: non bisogna aver paura della morte, perchè quando c'è lei non ci siamo noi, quando ci siamo noi non c'è lei.
      a me questo ragionamento, a dirla tutta, non convince molto.
      anche perchè sono passati secoli e ora più che la morte ci fanno paura tutti i preliminari, gli annessi e i connessi, e il fatto che a volte si faccia "più fatica a morire che a nascere", come disse lo zio di una mia amica che morì dopo una lunghissima agonia.

      p.s. finita la crociata?

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    2. Non sapevo del filosofo dell'antichità di cui parli. Come vedi non sono poi così tanto colto come ipotizza G.
      Il concetto non convince neanche me. Te l'ho già raccontato: io so da fonte molto credibile che dopo qualcosa c'è.
      Oggidì si fa tanta fatica a morire onestamente, credimi.

      p.s. non ho mai iniziato una crociata.

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  2. Quello sul nucleare fu uno scivolone, a mio modo di vedere, lei lo avrà detto con intenzioni che magari non capisco.
    In ogni caso, grande donna!

    Moz-

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    1. Ah! Non credo che un cervello di quel calibro possa scivolare.
      Piuttosto credo che gli scienziati nutrano nei confronti della scienza un'eccessiva fede.
      Essendone innamorati, tendono a dimenticarsi del fatto che essa è uno strumento in mano agli uomini.

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  3. Io sono a favore, con le mie riserve, ma lo sono :)

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    1. le mie riserve invece sono grandi quanto l'universo!

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    1. speriamo che qualche giovane cervello, che possa prenderne il posto, rimanga in Italia!
      Ti riporto la battuta fresca fresca di un conoscente incontrato alla commissione invalidi, poche settimane fa:
      l'italia importa tette e culi ed esporta cervelli

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  5. Anche io sono ateo, ma solo di mattina. Quando si fa sera, sarei disposto a credere anche in Manitù.

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    1. :)))
      bella questa!
      la sera può essere intesa anche come "vecchiaia incipiente" vero?
      infatti ogni tanto dal gossip salta fuori quel tale personaggio famoso che, all'imbrunire, comincia a mettere in dubbio il suo tanto decantato agnosticismo barra ateismo.
      a me in questi casi scappa da ridere, mi viene da dirgli: eh ma bello mio ad essere agnostici o atei così sono capaci tutti!

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  6. Immagino, quello della Santanchè....
    Ciao, grazie e buon riposo!

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  7. è stata eletta?
    pensa che io pur di non guardare il telegiornale e posticipare così la brutta notizia sono andata in cortile a improvvisare potature fuori stagione.
    se sradicare politici dalla poltrona fosse facile come sradicare le radici della mia menta piperita, che bello sarebbe!
    la santanchè però sarebbe una radice tostissima, messa in orizzontale com'è.

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  8. Ecco. Pure a me non disgarba(va) Margherita Hack.
    Ma quando espresse, ella atea, la sua religione tecnoteistica favorevole al nucleare, mi resi conto che è umana, pure con difetti, come tutti noi.

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  9. capisci però che i "difetti" di uno scienziato possono creare molti più danni dei difetti di coloro che scienziati non sono?

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