mercoledì 7 aprile 2010

Rispondo a Massimo Fini (seconda puntata)

SETTE ANNI DI VANTAGGIO

“Attrezzate per partorire sono molto più robuste dell’uomo e vivono sette anni di più, anche se vanno in pensione prima”

La donna vive sette anni più dell’uomo. Lo dicono i dati. Va bene, ma lasciatemi il beneficio di questo piccolo dubbio: le donne che rientrano in queste statistiche appartengono alla generazione passata, quando la donna, nel bene o nel male, non lavorava ANCHE fuori casa. Sarà da vedere, se le donne della mia generazione avranno anche loro questo privilegio, o se lo stress accumulato dalla necessità di conciliare lavoro fuori, dentro, sopra sotto e di lato, e i sensi di colpa per non riuscire SEMPRE a fare questo concilio, non avranno degli effetti negativi sulla longevità.
Ma mettiamo tra parentesi questa parentesi e torniamo alla realtà dei fatti odierni: la donna ha uno sconto di pena di sette anni.
Sembra maledettamente ingiusto, in effetti, ma io ipotizzo due spiegazioni che pareggiano i conti. Una spiegazione umana e una motivazione divina.
Partiamo dalla SPIEGAZIONE UMANA: la donna vive di più perché si ammala meno. E si ammala meno non perché, o non solo perché ha più anticorpi, come mi informa il mio commentatore number one, (sarà poi vero?) ma perché è più responsabile, matura e capace di autocontrollo: mangia meno, beve meno, fuma meno del suo collega maschio. Fa meno la sborona, non si vanta delle crapule con le amiche, tiene di più alla sua salute, e non -o non solo- per sacrosanto egoismo, ma anche e soprattutto per generosità e amore verso i propri cari: perché sa che, nel momento in cui dà forfait, l’equilibrio della sua famiglia viene messo a dura prova.
“Me podi mìa malas” (io non posso ammalarmi), dice mia mamma, e sa Iddio quanto è vero.
MOTIVAZIONE DIVINA: è la logica conseguenza del pensiero di mia madre. Il Buon Dio elargisce alle donne questo sconto di pena perché possano fare le badanti ai mariti, solitamente più anziani e a volte più malati. Perchè Dio ha la vista buona.

4 commenti:

  1. Ieri sera eri acidula e l'ho notato.
    Malgrado ciò la tua tesi sui sette anni in più delle generazioni femminili precedenti questa non fa una grinza: non si può fare una statistica della tua generazione, né della prossima, ma si può facilmente opinare che ciò che tu sostieni sia valido, e che la donna, in futuro, abbia a mantenere un esiguo vantaggio, che so io di due anni o tre sull'uomo.
    Il guaio è che l'uomo ha conosciuto una malattia che prima gli era ignota, riservata solamente alle donne si diceva: la depressione, causata anche, e per certi casi solamente dall'avanzata impetuosa della donna che gli ha tolto quasi tutto il tappeto da sotto i piedi. Temo che questo porterà nuovamente il disavanzo un paio di anni più in là, e quindi si torna a riveder i cinque sei anni di differenza. Staremo a vedere.
    Nella spiegazione "umana" abbondi, ahimè, di luoghi comuni: mangia meno, beve meno, fuma meno...frequenti solo educande? Vieni in Cruccolandia a vedere come si ingozzano le valchirie, come tracannano birra, come fumano. Ma non c'è bisogno di venire fin qui: a Bellagio, qualche anno fa, ad un party, dopo qualche ora non riuscivi più a mettere i piedi per terra, ché dappertutto c'erano ragazze sdraiate che ronfavano, piene di alcool. Erano tutte lombarde come te.
    Giustissimo invece il riferimento alla maggiore responsabilità che una donna è capace di prendersi per la sua famiglia, cui è indispensabile, quando i figli sono piccoli e quando sono grandi, e quando sono ormai padri e madri. Non ti dico poi quanto siate indispensabili per quello straccio di marito, che vi fiata accanto.
    Per quel che concerne la motivazione "divina" mi esimo da ogni commento, che altrimenti potrebbe tramutarsi in un sovrano pernacchione, lesivo della nostra amicizia. Solo questo: siete voi che volete fare le badanti, per mettere finalmente sotto quello che si è trasformato da dominante in pappamolla.
    P.S. pochi minuti fa AM mi ha chiamato con voce tremula per farmi vedere un merlo morente sotto la nostra finestra. Sono sceso nel prato e l'ho toccato: stava effettivamente alle ultime battute. Si è rovesciato sul dorso ha aperto gli occhi per vedere il cielo, poi li ha richiusi. Fine. Solo pochi metri più lontano la sua ex compagna, erede di tutto il prato, continuava beatamente a pappare lombrichi. Eccolo il senso della nostra vita comune, Simba!

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  2. Si vede che era stato un merlo stronzo, nella loro vita in comune, e anche nel mondo dei pennuti al momento dei conti si riceve quello che si è dato. Forse LUI si pappava i lombrichi migliori e ora a LEI non sembra vero, di avere tutto il prato a disposizione. Fammi sapere quanto tempo ci metterà la vedova allegra a sostituire il vecchio pappone dei migliori lombrichi.
    Cruccolandia: che postaccio!
    Bellagio: la prossima volta invece che andare a un rave party vai a fare un giro in barchetta, lungo quelle bellissime rive, ma scegliti bene la donna da portarci: astemia, non fumatrice, più leggera che pesante. Perchè se beve ti farà ondeggiare la barca, se fuma ti farà un buco nel legno spegnendo il mozzicone e se è ROBUSTA ti toccherà fare una fatica, con quei remi!

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  3. DIVINA! Mai come oggi in forma!
    E se anche in merlolandia esistessero uxoricidi? Se la merlotta, stufa di mangiare i resti, gli avesse preparato un beverone all'arsenico?
    E se invece esistessero suicidi per depressione?
    Se il povero merlacchio si fosse infilato una penna in gola per non vedere più la sua dolce merlotta?
    La prossima volta -adesso che ti conosco è facile a dirsi- invito te in barca: non bevi, non fumi e pesi solamente 54 chili dichiarati.
    E se per caso mi venissero i crampi alle braccia potresti fartela tu una remata, da buona lombarda, no?

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  4. Tutte le ipotesi, ripeto, tutte, sulla misteriosa morte del merlo crucco sono al vaglio dell' ispettore Iacuzzo, indirizzato e supportato a distanza dall'infallibile fiuto di una investigatrice dal fine cervello italico.
    Mi spiace, ma di remare non sono capace, sono sicura che finirei per rovesciare la barchetta. In barca lungo le splendide rive di quella punta ci sono andata tanti anni fa, io g. e la mia ex compagna di scuola Polli, che lì ci abita, che possiede (o possedeva) una barchetta, che ha voluto remare lei. Che donna! Intelligente da morire d'invidia, acuta e brillante come una punta di diamante, spiritosa e sensibile. E capace di remare. Peccato, esserci perse di vista.

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